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IL MIO MAESTRO DI SCI

Feb 16, 2023 | 2023, GMblogo

Quei giovani, che si esercitavano con il Maestro di Sci venti o trent’anni fa (qualcuno tra di voi si riconoscerà tra qualche riga) che oggi hanno dei figli, molto probabilmente non hanno dimenticato la figura “buona” del maestro. Eh sì, pareva un individuo grande anzi, grandissimo il maestro: d’altronde quando si è piccoli si osserva e si ascolta dal basso. Poi alla mente altri dettagli: i baffi curati e un po’ grigi, la pelle ambrata dal sole e quel modo di parlare diverso da quello di mamma e papà. Era “il mio maestro di sci!”; lui insegnava, correggeva, spronava e a volte lodava: che ricordo! È vero, però, che certe riflessioni trovano spazio avanti nell’età quando si matura e s’inizia a guardare un po’ indietro nel tempo. Ad ogni modo, il bimbo di allora (come quello di oggi che mette per le prime volte gli sci) ha vissuto l’esperienza della scuola sci in modo surreale, quasi in uno stato d’incoscienza, ma non l’ha dimenticata perché è stata intensa, profonda, formativa e senza dubbio positiva. Rispetto a venti, trenta o quarant’anni fa certamente tantissime cose sono cambiate: le piste sono battute meglio, gli impianti sono più veloci, gli sci vanno da soli (o quasi) e, quindi, anche le esigenze e gli obiettivi dell’allievo (tra cui il bambino) sono cambiate. Anche il Maestro di Sci si è evoluto, è riconosciuto dallo Stato Italiano come Figura Professionale. È rimasta comunque una “persona” carismatica, specie per i più piccoli, ma a questo si aggiunge un radicale aggiornamento delle didattiche d’insegnamento, più specifiche per ogni allievo: bambino, adulto, donna, sportivo, disabile. Va da sé come insegnare a un bambino sia diverso che insegnare a un adulto. Ad esempio, il maestro o la maestra di sci con un bambino deve tenere conto dell’impatto emotivo che una lezione comporta, per questo tende ad analizzare subito i condizionamenti sociali che possono aver influito sull’evoluzione psico-affettiva e motoria del fanciullo. Poi, il professionista s’interroga sul motivo che può avere spinto il giovane alla pratica dello sci e, in genere, le motivazioni più ricorrenti sono gioco/divertimento, benessere fisico, la compagnia, la partecipazione di gruppo ed infine il desiderio di migliorare. Queste motivazioni sono accompagnate dalle aspettative e dalle sollecitazioni della famiglia che, a volte, possono generare ansia e difficoltà. Per questo, valutata complessivamente la situazione, il Maestro di Sci attraverso il suo grande bagaglio di conoscenza imposta la lezione come fosse un’opera unica, plasmata cioè intorno alle peculiarità di ogni bambino al fine di non fargli vivere emozioni negative, soprattutto durante le primissime ore di lezione, individuale o collettiva che sia. Dunque, quando noterete un Maestro di Sci inchinarsi all’altezza degli occhi del bambino e, con tono dolce, dirgli: “Andiamo campioncino, andiamo a divertirci sulla neve”; e tendendo poi la sua manina lo accompagnerà nella zona attrezzata per giocare con pupazzi colorati, archi, birilli e tappetini, stiate certi che da lì a poco quel maestro diventerà “il suo maestro di sci”.

 

Giovanni Milazzo

Foto ©S.Confortola_AMSI

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